Sesta edizione - 2023
Crisi demografica e occupazione nell'epoca dell'intelligenza artificiale
29-30 settembre 1 ottobre
Domenica 1 ottobre
Fuga dal mezzogiorno
Ore 10.30 con
00:00 Marco Panara
05:45 Gianfranco Viesti
26:02 Dora Gambardella
39:03 Flavia Mazzarella
51:21 Gregorio De Felice
01:00:53 Alessandro Laterza
01:18:37 Gianfranco Viesti
01:26:48 Dora Gambardella
01:33:42 Gregorio De Felice
01:40:47 Flavia Mazzarella
01:46:26 Alessandro Laterza
01:50:42 Saluti
PREMIO MdC 2023
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Gianni Toniolo ci ha lasciati. Ci ha lasciati domenica, all’improvviso, dopo un intervento chirurgico d’urgenza. Gianni è stato uno dei soci più attivi, più vivaci della nostra associazione, alla quale ha dato sempre un forte, apprezzatissimo contributo di idee. Era anche un caro amico, di lunga data, di Marcello de Cecco. Sono stato testimone di alcune delle lunghe chiacchierate fra i due, mentre si discuteva dei progetti di ricerca storica promossi dalla Banca d’Italia. Il primo di questi progetti, la Collana storica della Banca d’Italia, ebbe inizio nel 1985, quando Carlo Azeglio Ciampi, allora governatore, decise di preparare con molto anticipo (e con molto rigore) il centenario della Banca, che sarebbe caduto nel 1993. L’idea era quella di consegnare agli studiosi, e al pubblico, una serie di volumi di documenti storici, che aprissero la via a studi di carattere più interpretativo. Sull’intero progetto vegliava Carlo Cipolla. Gianni preparava il volume sulla prima guerra mondiale, mentre a Marcello venne affidato quello sulle relazioni finanziarie internazionali. Ricordo il grande tavolo del Salone di pelle di Palazzo Koch, intorno al quale sedevano i curatori dei vari volumi (all’inizio c’era anche Federico Caffè, prima della sua scomparsa), Ciampi, i due ex governatori, Guido Carli e Paolo Baffi, e Pierluigi Ciocca, sempre in prima linea quando si trattava di storia.
Mentre questo progetto si dipanava e si arricchiva – non solo documenti, ma anche statistiche e saggi – cresceva l’intesa fra Gianni e i vertici della Banca, che lo cercavano e apprezzavano i suoi giudizi, anche su problemi attuali. Gianni aveva imparato a conoscere la struttura, le travi portanti del nostro sistema, ed è su quella conoscenza, non sui fatti del giorno, che formava i suoi giudizi. Venne poi il grande progetto per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Qui fu lui il regista, e seppe raccogliere intorno a sé un gruppo formidabile di studiosi, italiani e stranieri. Il convegno, che si tenne in Banca d’Italia nel 2011, fu una pietra miliare per la storia economica italiana, non solo per le interpretazioni nuove ma anche per i dati, perché ne venne fuori – coordinatore Alberto Baffigi – una nuova ricostruzione del profilo della crescita economica del nostro paese. I saggi sono raccolti nel volume L’Italia e l’economia mondiale dall’Unità a oggi, curato naturalmente da Gianni, edito da Marsilio. Qui Marcello contribuì con un saggio originale e brillante: L’economia italiana vista dall’estero, che dimostra ancora una volta l’ampiezza dei suoi orizzonti (e il fiuto di Gianni nell’assegnargli il compito).
Abbiamo visto Gianni l’ultima volta un mese fa, il 18 ottobre, quando è stato presentato, ancora una volta a Palazzo Koch, il suo ultimo libro, che è un po’ la summa dei suoi studi degli ultimi trent’anni: Storia della Banca d’Italia, Formazione ed evoluzione di una banca centrale, 1893-1943 (il Mulino). Avrebbe gioito Ciampi, governatore e presidente, nel vedere il frutto maturo di tante fatiche. Il lettore vi trova non solo la storia in senso stretto della Banca d’Italia, ma i suoi nessi con i primordi della moneta scritturale in età moderna a Napoli, a Venezia, a Genova; con la complessa rete mondiale delle banche centrali. Vi trova la politica, alta e bassa. E la tecnica, senza esagerare, come suo costume. Ignazio Visco, sempre attentissimo ai temi storici, ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento durante la presentazione. A me ha detto di “averlo letto dalla prima all’ultima pagina”. È una bella notizia. Vuol dire che il lavoro e la cultura di Gianni lasciano un segno, che il suo seme trova un terreno fecondo. Gianni ci mancherai, ma vivi dentro di noi. Francesca, siamo con te.
Alfredo Gigliobianco